I tempi e modi di Dio

Mi sono sempre chiesto se fosse giusto rivelare con semplicità quanto ricevuto da Dio per la propria vita, o se questo potesse andare contro la Sua volontà. Se leggiamo Genesi 37:5-11, sembrerebbe che questo comportamento possa suscitare solo invidia in chi

ascolta, e dolore in chi riceve.

Giuseppe ricevette due sogni, che si realizzarono in tempi diversi. Ora, la mia domanda è:

Se Giuseppe avesse tenuto per sé quei sogni, senza rivelarli alla sua famiglia, sarebbe diventato ciò che

leggiamo in Genesi 47:23-26 ?

Ovvero: Padre del Faraone, Padrone della sua casa e Rettore d’Egitto.

Padre del Faraone, perché provvide ai bisogni di tutti gli egiziani, compresi quelli del Faraone. Quando il

Signore sceglie un Suo servo, non gli dona solo sapienza e unzione, ma anche il Suo amorevole Spirito

paterno.

Padrone della sua casa, perché gestiva con sapienza i suoi beni, facendoli fruttare e riuscendo a sfamare

persino altri popoli.

– Rettore d’Egitto, per l’eccellenza con cui ricoprì un incarico governativo, amministrativo, giudiziario e di

guida.

L’unica risposta che riesco a dare è che Dio ha i Suoi modi e i Suoi tempi.

Avete notato come i fratelli di Giuseppe prima, e i suoi genitori poi, interpretarono quei sogni in modo

sorprendente, giudicandolo però come un fanatico narcisista, arrivando perfino a odiarlo e disprezzarlo?

E l’incontro in Egitto? Quando egli si definisce “Padre del Faraone, Padrone della sua casa e Rettore d’Egitto”,

i fratelli, terrorizzati e meravigliati, avranno pensato che fosse giunta l’ora della vendetta.

Ma nessuno di loro aveva compreso che quel giovane, puro, semplice e innocente, aveva intrapreso un lungo e

doloroso viaggio per adempiere il piano di Dio, non solo per la salvezza della sua casa, ma di interi popoli.

La storia di Giuseppe è una delle più singolari.

Dio non si manifesta a lui con promesse o teofanie, anzi, fin dalla fanciullezza la sua vita è segnata da insidie,

tradimenti, violenze e tentazioni.

Venduto come schiavo, solo in terra straniera, condannato senza colpa e privato della libertà: ma non gli

mancherà mai il sostegno di Dio, che lo equipaggerà con potenti armi spirituali: rivelazione, sapienza,

intelligenza, giudizio, amore, perdono, e soprattutto il Santo Timore dell’Eterno, la sua arma vincente.

Giuseppe non ricevette le promesse fatte al suo bisnonno Abramo, né godette delle soprannaturali

manifestazioni vissute da suo padre Giacobbe, ma Dio, a suo tempo, gli concesse gloria e onore: divenne quel

padre amorevole che aprì le porte d’Egitto al suo popolo, offrendo rifugio, sicurezza e prosperità.

Che grandezza! Che fede! Aveva solo ricevuto dei sogni.

Forse quei covoni e quegli astri lucenti furono i suoi unici compagni di viaggio per anni. Ma non gli vennero

mai meno coraggio e sapienza.

Ritengo che Giuseppe appartenga a quella categoria di pochi, ricordata in Giovanni 20:29, quando Tommaso

disse: “Signor mio e Dio mio!”, e Gesù rispose:

“Perché mi hai visto, Tommaso, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto.”

Chissà, forse anche tu, fratello/sorella, hai ricevuto pochissime gioie e molti dolori. Hai attraversato deserti di

solitudine, dato tanto senza ricevere nulla, anzi sei stato ripagato con invidia, falsità, tradimenti, delusioni,

odio e persecuzioni.

Forse pensavi che sposare la causa di Cristo, con le tue promesse manifeste, ti avrebbe procurato gratitudine o

approvazione… e invece, niente di tutto questo.

È vero: siamo spesso soli, sembriamo invisibili, nemmeno un sorriso o una parola di conforto. Persino pregare

diventa difficile. Guardiamo la mano del Signore e la troviamo vuota, senza risposte.

Giuseppe rimase ingiustamente rinchiuso in prigione per più di due anni, ma l’Eterno era con lui, ed egli

prosperava in tutto ciò che faceva, fino al giorno del suo riscatto.

Allora, insieme a me, celebra il Salmo 121:1-2:

“Io alzo gli occhi ai monti: da dove mi verrà l’aiuto? Il mio aiuto viene dall’Eterno, che ha fatto i cieli e la

terra.”

Concludo dicendoti questo: finché saremo vicini a Dio, saremo sempre più grandi dei nostri problemi, migliori

del nostro passato, e più forti delle nostre paure.

Dio ci benedica!

S.S.