Mi baci egli dei baci della sua bocca, poiché le tue carezze sono migliori del vino.

I tuoi profumi hanno un odore soave; il tuo nome è un profumo che si spande; perciò ti amano le fanciulle! Attirami a te! Noi ti correremo dietro!

Il re mi ha condotta nei suoi appartamenti;noi gioiremo, ci rallegreremo a motivo di te; noi celebreremo le tue carezze più del vino! A ragione sei amato!

Cantico dei Cantici 1:2-4

Questo brano del Cantico dei Cantici 1:2-4 é un passaggio poetico e molto evocativo della Bibbia, sotto il profilo testuale, simbolico e spirituale. Il verso dice: “Il Re mi ha condotta nei suoi appartamenti, mi baci egli dei baci della sua bocca, poiché le sue carezze sono migliori del vino”.

In altre versioni questo passaggio é tradotto : il re mi ha condotta nelle sue stanze. Certamente riconosciamo che questa è la voce della sposa ; che in questo passo simboleggia la Chiesa , la Chiesa di Gesù Cristo, la Sposa di Gesu’ Cristo. Questa Sposa prediletta , tanto amata che il Signore Gesu’ ha strappato dal mondo, liberata dal presente secolo, salvata dal peccato per conoscere sempre di piu’ lo sposo. E proprio per entrare in questa intimità, il re ha introdotto la sposa nelle sue stanze. Ricordiamo che anche Gesu’ disse che ci sono molte stanze, questa frase è piena di di significato Spirituale: le molte stanze significano una successione di esperienze spirituali meravigliose e la sposa ( la Chiesa) , è chiamata a fare questa successione di esperienze meravigliose. Da esperienza in esperienza la sposa verra’ condotta sempre più in alto, fino al giorno nel quale sarà introdotta in quelle stanze che Gesù stesso è andato a preparare per i suoi. Le parole di Gesu’ , “Nella casa del Padre mio ci sono molte stanze” sono tratte dal Vangelo secondo Giovanni 14,2. Nella casa di mio padre vi sono molte stanze. Altrimenti io non vi avrei ingannato, ve lo avrei detto. Ma io vado e vado a prepararvi un luogo. E quando avrò preparato un luogo tornerò di nuovo. Vi accoglierò presso di me affinché dove sono io, siate anche voi. Consideriamo queste parole di Gesù in riferimento proprio all’ultimo atto del piano della redenzione, del piano della salvezza. Il piano della salvezza, si compie in diversi atti e nella vita del credente, nell’esperienza del cristiano. Infatti il piano della salvezza inizia con il perdono, va avanti e dà la giustificazione, produce la rigenerazione e consente la santificazione. E infine si conclude con la glorificazione. Se abbiamo creduto nel Signore Gesu’, dobbiamo anche ricordare che in fondo, nella grazia di Dio, noi abbiamo già fatto esperienza di tutti questi atti perché abbiamo ricevuto il perdono, siamo stati giustificati in Cristo, rigenerati per la potenza dello Spirito Santo, siamo di giorno in giorno santificati a mezzo della parola e siamo anche glorificati perché noi apparteniamo al Suo popolo. Siamo stati eletti dal Signore per ricevere un giorno quella corona che è riservata ai santi, quel premio che il Signore ha messo da parte per il suo popolo. Non ci sarà premio più grande di questo: di essere la sposa dell’agnello, la sposa del nostro Salvatore. Certamente quelle stanze sono il punto di arrivo , l’ultima dimora della Chiesa del Signore. Ma prima di giungere a quelle stanze, attraverso il sentiero del cammino cristiano, dell’esperienza spirituale, la Chiesa può ripetere quello che abbiamo letto in questi versi del Cantico dei Cantici: Il Re mi ha condotta nelle sue stanze, gloria al nome del Signore. Mi ha già condotta nelle sue stanze. Noi non viviamo fuori dalla casa di Dio, noi non siamo lontani dal nostro Signore. Eravamo lontani, ma siamo stati avvicinati. E l’Apostolo Pietro si esprime esattamente con queste parole: non eravamo il suo popolo, ma siamo stati fatti il suo popolo. Non c’era stata fatta misericordia, ma ora c’è stata fatta misericordia. 1 Pietro 2:10 E noi che ci proclamiamo il popolo del Signore, parliamo di un’intimità che abbiamo realizzata con Dio. Le parole di Paolo le possiamo ripetere ogni giorno: giustificati dunque, per fede abbiamo pace presso Dio per Gesù Cristo, il nostro Signore, il nostro Salvatore. E’ importante pertanto stare dentro il proposito di Dio , stare dentro la Sua volontà, fare parte del Suo popolo . Non rimanere fuori con chi si accontenta di liturgie o rimane simpatizzante con le denominazioni Cristiane. Bisogna accogliere la Parola dentro il cuore, non basta averla ricevuta , essere stati toccati dal messaggio e rimanere fuori dalla comunione con Dio. Possiamo chiarire ulteriormente cosa significa stare dentro o fuori, riferendoci ad un’immagine che ci viene presentata dalla parola del Signore: l ‘immagine del tempio. Il tempio di Gerusalemme era un edificio maestoso costruito per volontà e desiderio di Salomone. Noi sappiamo che il primo pensiero è sorto nel cuore di Davide, ma Dio non permise a Davide di costruire un tempio al Suo nome, perché Davide era stato un uomo che aveva sparso molto sangue nel corso della sua vita e Dio voleva che invece il suo tempio fosse costruito da un uomo pacifico e Salomone fu un uomo di pace durante tutto il periodo del suo Regno; il suo nome stesso vuol dire pace. Salomone raccolse l’eredità di suo padre per quanto riguardava la costruzione del Tempio e lo portò a compimento. Ebbene, il Tempio presentava un cortile esterno e già in questo cortile veniva celebrato un culto all’Eterno, perché proprio nel cortile si trovava l’altare di rame e si trovava la conca; quella grande conca che doveva servire per la purificazione. Sappiamo che la maggior parte delle attività liturgiche si compivano nel cortile, perché nel cortile potevano accedere accedere i fedeli, presentarsi con le loro offerte, con i loro olocausti che venivano immolati su quel grande altare di rame che è stato chiamato l’altare rosso, e perché il rame stesso appariva di questo colore. Veniva altresì chiamato rosso perché era continuamente coperto dal sangue delle vittime di quegli olocausti. All’interno e precisamente dopo il cortile c’era proprio l’ingresso del tempio che portava in quello che secondo la terminologia biblica, si chiamava il luogo Santo dove entravano e celebravano solo i sacerdoti. Nel luogo Santo c’era: il candelabro. Nel luogo Santo c’era la tavola dei pani. Nel luogo Santo c’era l’altare dei profumi che dovevano essere costantemente bruciati, quei pani che dovevano essere cambiati ogni giorno, il candelabro che doveva essere alimentato con olio puro vergine. Quindi, tutte queste cose richiedevano l’impegno della casta sacerdotale che agiva nel luogo Santo. Ma al di là del luogo Santo, separato da una grande cortina, c’era il luogo Santissimo dove c’era l’Arca dell’Eterno, l’Arca della Sua gloria, che conservava le tavole della legge, che aveva dentro di sé un vaso di manna, e che aveva la Verga fiorita di Aronne. Sopra l’Arca c’erano i Cherubini con le ali aperte, e in quel luogo Santissimo non si poteva entrare. Si entrava soltanto una volta all’anno e poteva entrare solo il sommo sacerdote, soltanto per fare purgamento dei suoi peccati e dei peccati di tutto il popolo. Questa è una figura, ma già possiamo fare un’applicazione alla nostra esperienza spirituale. E possiamo esaminarci per sapere dove ci troviamo perché comprendiamo che è vano stare fuori nel cortile con i religiosi , come pure è inutile stare all’interno dove c’è una luce, lì dove ci sono dei pani, lì dove ci sono dei profumi, lì dove c’è una conoscenza della scrittura, lì dove c’è anche un impegno e un impegno che possiamo chiamare assistenziale e sociale , ma dove non esiste una vera una profonda comunione con Dio. È soltanto nel luogo Santissimo che c’è l’Arca della sua gloria. dove risiedeva la presenza di Dio. Quindi dobbiamo entrare, ma una volta che noi siamo entrati, noi dobbiamo, alla luce di questa parola, fare delle esperienze progressive. La scrittura non ci parla di una camera al singolare, ma ci parla di camere e noi dobbiamo ricordarci che lo Spirito Santo ci vuole guidare attraverso queste camere, e che l’amore di Dio ci vuole introdurre nella bellezza di queste camere. Ed in queste camere si verifica una straordinaria preparazione. Esiste una camera in particolare dove bisogna soffermarsi ed avere comunione con le sofferenze di Cristo. Come l’apostolo Paolo ai suoi giorni diceva, egli si studiava di avere comunione con le sofferenze di Cristo ed essere reso partecipe persino dalla sua morte, perché egli voleva accertare se stesso ed avere la certezza nel cuore che un giorno sarebbe pervenuto alla resurrezione dei morti. Ma in questa camera particolare ci sono anche oli profumati e poi ci sono tutti quegli ornamenti che devono rendere stupenda la sposa, che la devono abbellire agli occhi dello sposo, essa ormai si trova nel Palazzo Reale. Cristo si compiace in una sposa che assomiglia a lui. Lui che ha i suoi stessi ornamenti, la sua stessa bellezza, i suoi stessi profumi. E il nome di Gesù è un olio profumato, abbiamo letto in questo passo del Cantico dei Cantici e la sposa deve proprio assomigliare alla allo sposo. In questa camera la sposa viene incoronata direttamente dal Signore e questo ci deve bastare e ci deve rendere soddisfatti. Togliamo di mezzo ogni intralcio ed entriamo quindi nella stanza del convito per rallegrarci nella presenza del nostro Signore, per gioire con. Lui e per godere quegli alimenti, quei cibi, quei vini che gli ha preparato. In conclusione noi stiamo facendo le nostre esperienze e dobbiamo continuare a farle vivendo la nostra vita cristiana, ma l’aspirazione profonda del nostro cuore deve essere verso la meta, quello di entrare nelle stanze della gloria, nel cielo. Desideriamo essedre vestiti come la sposa di una abito pregiato, che parla di un lavacro, il sangue di Gesù Cristo. Pertanto la sposa è vestita di bianco ma è anche profumata, d’olio odorifero. Ec. 9:8 «Siano le tue vesti bianche in ogni tempo, e l’olio non manchi mai sul tuo capo.» ed eccoci all’illustrazione in evidenza del nostro articolo, ad un’altra figura, quella delle dieci vergini. Erano tutte lì, pronte per lo sposo con le loro lampade. La differenza tra cinque savie e cinque pazze, stava proprio in questo: le stolte non avevano curato una riserva di combustibile. Non si erano preoccupate per avere dell’olio nel momento dell’incontro. Forse avevano pensato che lo sposo sarebbe arrivato durante il giorno. Ma è soltanto sulla mezzanotte che venne lo sposo. E c’erano cinque vergini che avevano non solo le loro vesti bianche, non solo le loro lampade pronte, ma anche dell’olio di riserva. Non venga mai meno l’olio, odorifero sul tuo capo per entrare in quelle stanze. Adesso sta a noi essere savi e perseverare nella sua volontà fino alla fine.

A Dio sia la gloria !